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Domande frequenti
Di seguito una raccolta delle domande più comuni che abbiamo raccolto, e che possono essere utili spunti per tutti gli utenti del sito 100Decibel.
Di seguito una raccolta delle domande più comuni che abbiamo raccolto, e che possono essere utili spunti per tutti gli utenti del sito 100Decibel.
Le principali cause della perdita di udito sono riconducibili sostanzialmente a due categorie, Trasmissiva e Neurosensoriale. La prima tipo riguarda l’orecchio medio, quindi la parte meccanica dell’orecchio compromettendone il movimento trasmissivo della catena ossiculare, la seconda riguarda l’orecchio interno, dove il danno può colpire le cellule cigliate sensoriali deputate alla generazione nervosa dello stimolo sonoro, ma può anche andare oltre interessando il nervo acustico per arrivare fino, se pur più raramente, alle aree corticali, generando le cosiddette sordità centrali, dove in realtà le vie uditive non sono compromesse ma il problema è associare le parole percepite al proprio significato.
Al primo tipo appartengono le seguenti cause:
Al secondo tipo sono imputabili le seguenti cause:
Quanto sopra indicato non ha la pretesa di essere un esaustivo elenco di tutte le cause possibili di perdita di udito ma solo riportarne una panoramica di massima.
Assolutamente no. Come per la vista, la perdita di udito è caratterizzata da aspetti qualitativi e quantitativi che possono essere diversi da persona a persona infatti di solito la sordità più che un calo quantitativo ne rappresenta uno qualitativo creando distorsione al messaggio ascoltato. Per quantificare esattamente la perdita uditiva viene effettuato un esame clinico chiamato Audiometria, dove grazie all’Audiometro, strumento con il quale vengono inviati al paziente toni a diverse frequenze ed intensità, prima con le cuffie (Via Area) e poi con un trasduttore osseo (Via Ossea). La differenza di soglia tra le due vie permette di capire se la perdita uditiva è di tipo Trasmissivo o Neurosensoriale, il risultato finale di questo esame è l’Audiogramma, che si presenta come un grafico con in orizzontale la frequenza ed in verticale i decibel di perdita uditiva. In questo modo è possibile raffigurare esattamente le caratteristiche della perdita uditiva, in pratica se e quali sono le frequenze (bassi, medi o acuti) che il paziente sente ancora bene ed in che misura, indicando per ogni singola frequenza la perdita uditiva in Decibel. Il range di frequenze utilizzate per eseguire un Audiogramma generalmente va da 250Hz fino ad arrivare a 8.000Hz con intervalli a mezze ottave, range tipico anche dello spettro vocale della voce, frequenze che permettono la corretta discriminazione del parlato. Un esempio classico di perdita uditiva è quella dovuta all’età, chiamata anche Presbiacusia, caratterizzata da una perdita uditiva nelle frequenze medio alte (dai 2/3.000Hz in su) mantenendo una buona capacità uditiva nelle frequenze medio basse, per questo è definita anche perdita “in discesa” (vedi esempio di Audiogramma), interessando proprio le frequenze della voce rendendo così spesso difficoltoso la comprensione del parlato.
Le perdite uditive sono inoltre caratterizzate dalla quantità di perdita uditiva dividendosi grossomodo in tre livelli:
Esempio di Presbiacusia
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